Basta mettere un piede in fallo su un terreno sconnesso, scendere male un gradino che a farne le spese è la caviglia. La caviglia gonfia è un effetto molto frequente dovuto alla distorsione della stessa.
Non solo, la distorsione alla caviglia è anche uno dei traumi più frequenti in ambito sportivo, per esempio in chi gioca a basket o a calcio. Spesso il trauma è lieve e tutto si risolve in poco tempo con un bendaggio e tenendo a riposo l'articolazione. In altri casi i tempi di recupero sono maggiori e giova un ruolo fondamentale la ginnastica riabilitativa propriocettiva che ha l'obiettivo di stimolare il sistema neuro-motorio nel suo insieme e rieducare i riflessi.
Che cosa succede se si prende una "storta"?
La distorsione è un movimento abnorme dell'articolazione che causa una reazione eccessiva della capsula e dei legamenti della caviglia. La conseguenza va dallo stiramento di un legamento fino alla rottura parziale o completa di uno o più legamenti. In alcuni casi il trauma può essere tale da determinare una frattura della parte ossea della caviglia o del piede. Fratture del malleolo possono per esempio verificarsi in presenza di osteoporosi anche in seguito a traumi. In condizioni normali il sistema propriocettivo tende a proteggere l'articolazione fornendo degli impulsi mediati dal sistema nervoso su dove è posizionato il piede rispetto al terreno. Se non c'è una corrispondenza, come accade quando si prende una storta, la propriocezione non riesce a mettere in funzione il meccanismo di feedback del sui muscoli e sui tendini per cui si ha l'abnorme movimento dell'articolazione con possibili lesioni della struttura capsulo-legamentosa.
Quali possono essere le conseguenze?
Nella maggior parte dei casi la distorsione è lieve e determina un'eccessiva estensione dei legamenti che però non si rompono. Lo stiramento determina un dolore acuto a cui può seguire un lieve gonfiore e la formazione di un livido per la rottura dei piccoli vasi capsulari, mentre non viene compromessa la funzionalità dell'articolazione e l'individuo riesce comunque a camminare. Se il trauma è maggiore possono risentirne uno più legamenti la cui rottura parziale o totale determina sintomi via via più invalidanti. L’articolazione è dolente, gonfia, arrossata e l'ematoma si espande. Il cammino diventa doloroso e nei casi più gravi non si riesce proprio a muovere l'articolazione e a caricarla.
Come ci si deve comportare?·
Rivolgersi al medico per una valutazione del danno e del trattamento adeguato.
Se non sono presenti fratture ossee il trattamento è conservativo.
· In fase acuta occorre applicare il metodo RICE (riposo ghiaccio compressione ed elevazione)
Riposo: mettere a riposo completo la caviglia e camminare con le stampelle con carico ridotto sul piede
Ghiaccio: applicare ghiaccio per più di 20-30 minuti ogni ora per le successive quattro ore dal trauma
Compressione: eseguire un bendaggio elastico
Elevazione: tenere sollevata la caviglia per favorire il drenaggio dei liquidi in eccesso
· per alleviare il dolore si può ricorrere ad antidolorifici o antinfiammatori non steroidei (per bocca o da applicare localmente)
· In alcuni casi si può ricorrere anche a terapie fisiche come a tecarterapia
· In caso di distorsione di II grado (rottura parziale del legamento) il bendaggio può essere sostituito da un tutore ortopedico per un’immobilizzazione più marcata
· Nelle distorsioni di III grado (rottura completa del legamento) in genere si immobilizza la caviglia con un gesso a stivaletto intero che può essere sostituito in seguito con un tutore bivalve
Una volta passata la fase acuta è molto importante che venga seguito un programma di riabilitazione propriocettiva mentre la chirurgia viene presa in considerazione soltanto nei casi in cui permanga un’instabilità della caviglia dopo il programma fisioterapico. La riabilitazione propriocettiva include una serie di tecniche di mobilizzazione e di esercizi. L'obiettivo di questa attività è stimolare ed educare la sensibilità al movimento della caviglia in modo tale che l’articolazione riacquisti la capacità di rispondere in modo adeguato agli stimoli variabili che provengono dal terreno. Gli esercizi vengono in genere svolti con particolari attrezzi come pedane e tavolette instabili da utilizzare con entrambi i piedi o con un piede solo tramite le quali il paziente deve ricercare e allenare l'equilibrio della caviglia.
Accanto alla ginnastica propriocettiva è utile anche fare esercizi attivi per migliorare la mobilità della caviglia e stretching.
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